RIFORMA DELLO SPORT.

20 marzo 2021
21 marzo 2021

Abolito il vincolo sportivo, l' approvazione dei decreti é un duro colpo per il calcio di base !

Il Consiglio dei Ministri il 26 Febbraio 2021 ha approvato i 5 decreti legislativi per l'attuazione della Riforma dello Sport.
I decreti erano stati presentati nello scorso autunno dal ministro Vincenzo Spadafora, quando era ancora in carica il governo Conte.

Tra le novità più importanti l'abolizione del vincolo sportivo e il riconoscimento della figura del lavoratore sportivo.
L'approvazione del Consiglio dei Ministri doveva arrivare entro il 28 febbraio (pena il decadimento e la ripartenza dell'iter dall'inizio) e i 5 decreti sono arrivati in preconsiglio dei ministri senza attendere il parere delle Commissioni Parlamentari, da qui la svolta quasi imprevista.

Per quanto riguarda l'abolizione del vincolo sportivo (ad oggi un atleta può svolgere attività sportiva agonistica solo per conto della società per la quale è tesserato e quindi non può praticare lo stesso sport con altra società) partirà tra 5 anni mentre il lavoratore sportivo, a partire da luglio 2022, verrà regolarizzato col versamento di contributi previdenziali per chi supererà la no-tax area di 10.000 euro annui.

“Oggi il calcio di base ha ricevuto un altro duro colpo, come se non bastassero già gli effetti terribili della pandemia - il commento del presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia - Con l’approvazione dei decreti di riforma dello sport, concepiti dal precedente esecutivo, vengono ancora una volta penalizzate le società dilettantistiche, a cominciare dall’abolizione del vincolo. Vorrei anche ricordare a chi gioisce per questa presunta rivoluzione che senza le ASD non esisterebbero neanche i lavoratori sportivi. E tutto ciò arriva mentre stiamo faticosamente creando le condizioni per far ripartire alcune delle nostre attività”.


La Riforma dello Sport è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
All' articolo 31 è presente il vincolo sportivo con le nuove disposizioni in materia di lavoro sportivo.
Capitolo 1 Titolo V.

Questo il testo dal sito ufficiale della Gazzetta Ufficiale:

 
 1.  Le  limitazioni   alla   libertà  contrattuale   dell'atleta, individuate come vincolo sportivo, sono eliminate entro il  1° luglio 2022. 
Le  Federazioni  Sportive  Nazionali   possono   dettare   una disciplina transitoria che preveda la diminuzione  progressiva  della durata massima dello stesso.
Decorso il  termine  di  cui  al  primo periodo del presente comma, il vincolo sportivo si intende abolito.
 

 2.  Le  Federazioni  Sportive  Nazionali  prevedono   con   proprio regolamento che, in caso di primo contratto di lavoro sportivo:
    a) le società sportive professionistiche riconoscono  un  premio di formazione tecnica proporzionalmente suddiviso, secondo  modalità e parametri che tengono conto della durata e del contenuto  formativo
del rapporto, tra le società sportive  dilettantistiche  presso  le quali l'atleta ha  svolto  attività dilettantistica,  amatoriale  o giovanile ed in cui ha svolto  il  proprio  percorso  di  formazione, ovvero tra le società sportive  professionistiche  presso  le  quali l'atleta ha svolto attività giovanile ed in cui ha svolto il proprio percorso di formazione;
    b) le società sportive dilettantistiche riconoscono un premio di formazione tecnica proporzionalmente suddiviso, secondo modalità  e parametri  che  tengono  adeguatamente  conto  della  durata  e   del contenuto  formativo  del  rapporto,   tra   le   società   sportive dilettantistiche  presso  le  quali  l'atleta  ha  svolto   attività amatoriale o giovanile ed in cui ha svolto  il  proprio  percorso  di formazione.

3. La misura del premio di cui al presente articolo è  individuata dalle singole federazioni secondo modalità e parametri  che  tengano adeguatamente conto dell'età degli atleti, nonchè  della  durata  e del contenuto patrimoniale  del  rapporto  tra  questi  ultimi  e  la società o associazione sportiva con la  quale  concludono  il  primo contratto di lavoro sportivo.


Commento :

Il vincolo sportivo ricordiamo è il legame che si instaura tra un atleta dilettante ed una società a fronte del relativo tesseramento. In ambito professionistico, il vincolo fu abolito nel 1981, tra i dilettanti invece, ancora oggi, il vincolo di tesseramento tra società detentrice del cartellino e calciatore, dura dal compimento dei 16 anni (o anche 14) fino al compimento dei 25 anni. 
Per essere “libero” di cambiare squadra al 30 giugno di ogni anno, il rimedio è rappresentato dalla sottoscrizione, all’atto di ogni tesseramento, dello “svincolo per accordo” tra il calciatore e la società (il famoso art. 108 NOIF).
In sostanza, sinora, in questo lasso di tempo, se il calciatore avesse intenzione di cambiare società, lo può fare solo con il consenso della società di appartenenza.
Varcata la fatidica soglia dei 25 anni, invece, il calciatore può chiedere autonomamente alla Federazione di essere svincolato d’ufficio ogni anno (art. 32bis NOIF).


Rivoluzione copernicana

Da qualunque punto di vista la si guardi, l’approvazione della normativa rappresenta una rivoluzione copernicana e una svolta totale per il mondo sportivo dilettantistico.
Perché se da un lato, con l’avvento della nuova regolamentazione, sono annunciati degli indubbi sgravi fiscali per i club non professionistici, dall’altro il mutamento è certamente destabilizzante. Sì, poiché le società dovranno entrare nell’ordine di idee di dover rinunciare ai migliori prodotti allevati per anni nel loro vivaio, senza magari poterli lanciare in prima squadra e, aspetto più gravoso, non potendo patrimonializzare una loro cessione.
Il risultato è che d’ora in poi nessuna realtà investirà risorse importanti sulle nuove leve sapendo che poi a fine stagione i ragazzi saranno liberi di accasarsi ovunque in quanto decadrà automaticamente il loro tesseramento.


Il Vicepresidente della Figc Veneta, Patrick Pitton, intervistato dal Giornale di Vicenza, ha dichiarato: «Qualora passasse la legge – ammette sconsolato – non avremo più atleti, bensì mercenari anche tra i Dilettanti, personaggi che si cederebbero al miglior offerente e questo sarebbe l’inizio della fine e ancora peggio, con simili presupposti a stretto giro di posta tantissime società arriverebbero a chiudere i battenti.
Gli sgravi fiscali? Certo, ci sarebbero, ma non basterebbero a riparare i danni che una norma del genere provocherebbe. Come federazione stiamo facendo il possibile per evitare che questo decreto vada in porto, l’altra sera mi sono confrontato anche col presidente Ruzza – continua Pitton – c’è grande consapevolezza della delicatezza di questo frangente e ci batteremo fino a lunedì in ogni maniera».
 
Aumenteranno le rette a discapito delle famiglie?
In secondo luogo il varo del decreto colpirà di riflesso anche le famiglie. Perché a quel punto non potendo contare sugli incassi garantiti dai relativi premi di preparazione, i club potranno formalmente campare solo grazie alle rette versate a inizio anno dalle famiglie, e quindi, a fronte di ciò, in alcune Società le tariffe potranno subire mediamente dei ritocchi verso l’alto.

Una situazione complicata che tuttavia potrebbe comportare sul medio periodo la totale sparizione dei settori giovanili di tante Società che svolgono un’indispensabile e imprescindibile funzione sociale sul territorio.
 

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